Descrizione
Nel diploma consegnato nel 999 da Ottone III a favore della chiesa di Vercelli il nostro paese è detto Salerana che divenne Signoria dei Gotti di Cherasco, la cui famiglia si estinse nel 1786; nel 1787 divenne contado degli Scolopi.
Sul suo territorio si erge un rilievo collinare dioritico detto colle di Sant'Urbano al quale si accede per mezzo di una strada sterrata. Sulla sua sommità sorge l'omonimo complesso di Sant'Urbano costituita dalla cappella della Madonna della neve, dalla Torre Medievale di Sant'Urbano e dal Romitorio.
La Torre circolare di stile preromanico - carolingio è quanto rimane del castello medioevale costruito intorno al mille, nel luogo dove esisteva già una comunità di Monaci Ambrosiani acquistato nel 1142 dalla Città di Ivrea per poi farne omaggio nel 1181 al comune di Vercelli.
Più che di Castello, date le dimensioni ridotte, si può supporre si trattasse semplicemente di un posto di segnalazione per tenere d'occhio la piana di Ivrea. La torre in origine aveva funzione di vedetta, annessa al sovracitato complesso di castello-rocca. In seguito alla distruzione di quest'ultimo a ridosso delle poche rovine è eretta una chiesa; la torre da questo momento ha funzione di torre campanaria. A base circolare essa originariamente presentava una copertura a volta di cupola, in mattoni pieni e calce, alla sommità della quale si accedeva mediante una scala di legno interna, ancorata al muro. La sommità della torre in origine era completata da una corona di merli ridotti a due con l'incedere del tempo. La Torre si pregia di una maestosa incorniciatura alla sommità alta circa due metri. La struttura portante è costituita principalmente da muratura di pietrame scaglie di varia pezzatura e calce, alternata da due legamenti circolari simmetrici, costituiti da mattoni pieni. Essa ora è inaccessibile perché le aperture sono state murate, la struttura rinforzata esternamente mediante cinture di ferro che ne contengono l'intera circonferenza; la sua copertura è stata reinventata utilizzando coppi ed eliminando anche i due merli superstiti dei secoli scorsi su cui poggiava la campana.
Il suo possesso da parte di Vercelli fu causa di secolari rivalità'. Ogni decennio i Signori di Mercenasco e Valperga prima, e dei Consoli di Ivrea poi dovevano prestare giuramento di fedeltà' a Vercelli. Il maniero venne distrutto molto probabilmente nel periodo del tuchinaggio verso la fine del secolo XIV; di questo si salvò solo la torre che subì poi alcuni restauri.
Poco invece si sa della Torre nei secoli successivi, tranne che sicuramente fu adibita a torre campanaria probabilmente nel 1200, epoca in cui verrà eretta la contigua chiesa.
Un'accurata ricerca condotta presso l'archivio comunale ha però permesso la ricostruzione delle vicende che ne hanno originato l'aspetto attuale. Nella visita pastorale del 1730 si precisa che la suddetta casa dell'eremita è distribuita su sei stanze, di cui due adibite a cucina e camera e le altre a magazzino, deposito e cantina.
Restaurata nel 1935 , essa non subì' altre opere di restauro fino al 1987, dopo un ventennio scandito da una fitta corrispondenza con l'allora Soprintendenza ai Monumenti del Piemonte e con il Genio Civile, che dichiarò la Torre pericolante nel settembre del 1961 invitando a soprassedere al suono delle campane.
Nel luglio del 1976, inoltre, un fulmine provocò gravi lesioni alla torre, richiamando l'attenzione della Soprintendenza che, a seguito di sopralluogo, constatò il valore storico-artistico ed altresì' paesaggistico, rilevando la necessità di provvedere con opportuna opera di consolidamento e di restauro.
Della Chiesa si hanno notizie di una prima realizzazione intorno al 1200 in onore di Sant'Urbano Papa. Ma è solo nel 1600 che si parla della erezione di una chiesetta dedicata alla Madonna delle Nevi "... per voto e dalla popolazione su proprietà comunale..." come attesta una lettera al Pretore di Ivrea datata 1931.
Le prime notizie della Chiesa si hanno grazie ad una sommaria descrizione contenuta in una relazione presentata dal Monsignor Asinai nel 1652. In essa si dice: "In luogo alto et claro ai confini di Banchette, Samone e Salerano, fu costruita questa cappella sotto il titolo di Sant'Urbano Papa".
La Chiesetta è ancora il fulcro della dedizione nel 1699 quando è visitata da Monsignor Le Sorier che la descrive minuziosamente rivelando che la chiesetta, con la facciata rivolta verso mattina ha un'unica navata lunga 14 passi , larga 8. E lo rimane anche quando nel 1788 Salerano entra a far parte della Parrocchia di Banchette, epoca in cui viene rinominata Chiesa di San Defendente. Essa viene definitivamente posta in secondo piano quando nel 1844 fu eretta la Chiesa Parrocchiale.
A partire dal Settecento, nella Chiesa vengono celebrate le messe solo in rare circostanze; viene amministrata da monaci eremiti che alloggiano nel romitorio posto tra la Chiesa e la Torre.
Sono questi i passaggi storici maggiormente significativi e caratterizzanti del complesso di Sant'Urbano.
Oggi, fortunatamente, per questo complesso che ha versato per lungo tempo in un grave stato di degrado, colmo di calcinacci e polvere, è stato avviato il progetto di restauro e risanamento conservativo.
Sul suo territorio si erge un rilievo collinare dioritico detto colle di Sant'Urbano al quale si accede per mezzo di una strada sterrata. Sulla sua sommità sorge l'omonimo complesso di Sant'Urbano costituita dalla cappella della Madonna della neve, dalla Torre Medievale di Sant'Urbano e dal Romitorio.
La Torre circolare di stile preromanico - carolingio è quanto rimane del castello medioevale costruito intorno al mille, nel luogo dove esisteva già una comunità di Monaci Ambrosiani acquistato nel 1142 dalla Città di Ivrea per poi farne omaggio nel 1181 al comune di Vercelli.
Più che di Castello, date le dimensioni ridotte, si può supporre si trattasse semplicemente di un posto di segnalazione per tenere d'occhio la piana di Ivrea. La torre in origine aveva funzione di vedetta, annessa al sovracitato complesso di castello-rocca. In seguito alla distruzione di quest'ultimo a ridosso delle poche rovine è eretta una chiesa; la torre da questo momento ha funzione di torre campanaria. A base circolare essa originariamente presentava una copertura a volta di cupola, in mattoni pieni e calce, alla sommità della quale si accedeva mediante una scala di legno interna, ancorata al muro. La sommità della torre in origine era completata da una corona di merli ridotti a due con l'incedere del tempo. La Torre si pregia di una maestosa incorniciatura alla sommità alta circa due metri. La struttura portante è costituita principalmente da muratura di pietrame scaglie di varia pezzatura e calce, alternata da due legamenti circolari simmetrici, costituiti da mattoni pieni. Essa ora è inaccessibile perché le aperture sono state murate, la struttura rinforzata esternamente mediante cinture di ferro che ne contengono l'intera circonferenza; la sua copertura è stata reinventata utilizzando coppi ed eliminando anche i due merli superstiti dei secoli scorsi su cui poggiava la campana.
Il suo possesso da parte di Vercelli fu causa di secolari rivalità'. Ogni decennio i Signori di Mercenasco e Valperga prima, e dei Consoli di Ivrea poi dovevano prestare giuramento di fedeltà' a Vercelli. Il maniero venne distrutto molto probabilmente nel periodo del tuchinaggio verso la fine del secolo XIV; di questo si salvò solo la torre che subì poi alcuni restauri.
Poco invece si sa della Torre nei secoli successivi, tranne che sicuramente fu adibita a torre campanaria probabilmente nel 1200, epoca in cui verrà eretta la contigua chiesa.
Un'accurata ricerca condotta presso l'archivio comunale ha però permesso la ricostruzione delle vicende che ne hanno originato l'aspetto attuale. Nella visita pastorale del 1730 si precisa che la suddetta casa dell'eremita è distribuita su sei stanze, di cui due adibite a cucina e camera e le altre a magazzino, deposito e cantina.
Restaurata nel 1935 , essa non subì' altre opere di restauro fino al 1987, dopo un ventennio scandito da una fitta corrispondenza con l'allora Soprintendenza ai Monumenti del Piemonte e con il Genio Civile, che dichiarò la Torre pericolante nel settembre del 1961 invitando a soprassedere al suono delle campane.
Nel luglio del 1976, inoltre, un fulmine provocò gravi lesioni alla torre, richiamando l'attenzione della Soprintendenza che, a seguito di sopralluogo, constatò il valore storico-artistico ed altresì' paesaggistico, rilevando la necessità di provvedere con opportuna opera di consolidamento e di restauro.
Della Chiesa si hanno notizie di una prima realizzazione intorno al 1200 in onore di Sant'Urbano Papa. Ma è solo nel 1600 che si parla della erezione di una chiesetta dedicata alla Madonna delle Nevi "... per voto e dalla popolazione su proprietà comunale..." come attesta una lettera al Pretore di Ivrea datata 1931.
Le prime notizie della Chiesa si hanno grazie ad una sommaria descrizione contenuta in una relazione presentata dal Monsignor Asinai nel 1652. In essa si dice: "In luogo alto et claro ai confini di Banchette, Samone e Salerano, fu costruita questa cappella sotto il titolo di Sant'Urbano Papa".
La Chiesetta è ancora il fulcro della dedizione nel 1699 quando è visitata da Monsignor Le Sorier che la descrive minuziosamente rivelando che la chiesetta, con la facciata rivolta verso mattina ha un'unica navata lunga 14 passi , larga 8. E lo rimane anche quando nel 1788 Salerano entra a far parte della Parrocchia di Banchette, epoca in cui viene rinominata Chiesa di San Defendente. Essa viene definitivamente posta in secondo piano quando nel 1844 fu eretta la Chiesa Parrocchiale.
A partire dal Settecento, nella Chiesa vengono celebrate le messe solo in rare circostanze; viene amministrata da monaci eremiti che alloggiano nel romitorio posto tra la Chiesa e la Torre.
Sono questi i passaggi storici maggiormente significativi e caratterizzanti del complesso di Sant'Urbano.
Oggi, fortunatamente, per questo complesso che ha versato per lungo tempo in un grave stato di degrado, colmo di calcinacci e polvere, è stato avviato il progetto di restauro e risanamento conservativo.
Indirizzo e punti di contatto
Nome | Descrizione |
---|---|
Indirizzo | Via Sant'Urbano |
Mappa
Indirizzo: Complesso di Sant'Urbano, Via Guglielmo Marconi, 15, 10010 Salerano Canavese TO
Coordinate: 45°27'18,9''N 7°50'53''E
Indicazioni stradali (Apre il link in una nuova scheda)
Galleria fotografica
Modalità di accesso
Luogo visitabile solo esternamente